Il cantiere della Rocca di Vignola attraversa la storia della città e del territorio accompagnandone e rappresentandone le trasformazioni, le evoluzioni e le contraddizioni: Edificio militare e di buon governo al tempo stesso, luogo del potere civile ma ricco di connotazioni spirituali, la Rocca rappresenta una testimonianza viva e parlante della storia della città di Vignola.
Secondo tradizione, risalirebbe a questa epoca la costruzione di una struttura fortificata nel luogo in cui sorge il centro storico di Vignola.
Vignola è citata in un documento nonantolano.
Il Castello di Vignola viene assediato da Ugo di Provenza, re d’Italia nel corso della guerra contro Berengario. Tre anni dopo, Lotario II è il nuovo re d’Italia e dimora per breve tempo a Vignola. L’importanza del castello è confermata nel 968, quando Guido, vescovo di Modena, vi soggiornerà.
Nei primi giorni di novembre Matilde di Canossa, contessa di Toscana e sostenitrice del Papato nella lotta per le investiture, risiede a Vignola.
I documenti vescovili segnalano la presenza di un borgo all'interno del castello di Vignola. Intorno a questi anni inizia l'escavazione del canale di San Pietro, affidato ai monaci benedettini dell'omonimo monastero di Modena.
Risale a quest’anno il primo documento sinora conosciuto che attesta l’esistenza della Rocca di Vignola. Testimonianze dei primi anni del XIII secolo descrivono la presenza di un palazzo del Vescovo all’interno del castello vignolese.
Il vescovo Guglielmo cede al Comune di Modena la potestà su Vignola.
Il castello di Vignola, dopo un assedio condotto dal conte Alberto da Mangone, cade nelle mani dei Bolognesi che l’anno successivo lo restituiscono al Comune di Modena.
Il nuovo assedio a Vignola da parte dei guelfi bolognesi fallisce per l’aspra resistenza delle truppe modenesi.
Nell’ambito delle contese tra guelfi bolognesi, sostenitori del Papato, e ghibellini modenesi alleati dell’Impero, la Rocca di Vignola viene data alle fiamme da re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II. Gherardo Grassoni ricostruisce il fortilizio e vi prende dimora
Il Comune di Modena dopo alterne vicende toglie il castello di Vignola ai Grassoni.
Obizzo III d’Este signore di Ferrara assume la signoria di Modena, estendendo il suo dominio su Vignola. I Grassoni vengono esclusi dalla gestione del potere locale.
Vignola viene coinvolta nella lotta tra il Papato e i Visconti per il controllo del territorio bolognese. Bernardino Grassoni e suo fratello Ubertino tentano di consegnare Vignola a Bernabò Visconti, ma il loro tentativo fallisce.
Il Castello e la Rocca vengono strappati agli Estensi dal condottiero Giovanni da Barbiano con l’aiuto di esponenti della famiglia Grassoni. Tre anni dopo Vignola tornerà sotto la Signoria di Nicolò III d’Este.
Nicolò III dona in feudo la Rocca e il territorio di Vignola al nobile ferrarese Uguccione Contrari.
Intorno a questa data vengono ultimati l’ampliamento e la trasformazione della Rocca da edificio militare a dimora signorile fortificata. I lavori erano iniziati nel 1410 circa.
A partire da quest’anno, il marchese Nicolò III soggiornerà per brevi periodi nella Rocca durante l’estate.
Muore Uguccione Contrari. Inizia la costruzione della nuova e più ampia cinta muraria del castello di Vignola, che verrà completata nella seconda metà del XV secolo.
Il duca Borso d’Este erige il feudo vignolese in Contea, conferendo ai fratelli Ambrogio e Nicolò Contrari, figli di Uguccione, il titolo di Conti.
Nasce a Vignola Giacomo Barozzi (1507-1573). Giacomo, detto il Vignola, diventerà uno degli architetti e dei teorici della prospettiva più insigni del suo tempo. La sua opera rappresenta un punto di riferimento nell’evoluzione dell’architettura occidentale.
Vignola viene occupata per qualche tempo dalle milizie pontificie e donata al conte Guido Rangoni. Nel 1527 il castello ed il suo feudo torneranno agli Estensi e a Diana d’Este Contrari.
I Contrari fanno coprire i camminamenti della Rocca.
Le cucine ed altri edifici situati sul versante nord orientale della Rocca vengono demoliti per affrontare la minaccia delle artiglierie di Odoardo Farnese e degli Spagnoli.
Iniziano i lavori di ampliamento e trasformazione del palazzo vignolese dei Contrari su progetto di Giacomo Barozzi.
Alfonso II d’Este, duca di Ferrara, eleva Vignola a Marchesato, concedendo a Ercole Contrari il Giovane il titolo di Marchese. Pochi mesi dopo, in seguito all’assassino di quest’ultimo, il feudo ritorna per due anni sotto il dominio estense.
Alfonso II d’Este vende l’investitura feudale del Marchesato di Vignola a Giacomo Boncompagni, figlio legittimo di papa Gregorio XIII. Tra il 1588 e il 1620, i nuovi feudatari realizzano importanti lavori di restauro della Rocca.
Nel mese di giugno, nel corso della guerra di Castro, Vignola si arrende alle truppe pontificie dei Barberini, successivamente Raimondo Montecuccoli, comandante delle truppe imperiali, si occupa di rafforzare le difese della città.
Nasce a Vignola Lodovico Antonio Muratori (1672-1750) storico, erudito e bibliotecario, ma soprattutto padre della storiografia moderna.
Si costituisce il Consorzio delle Basse per difendere dalle inondazioni e dall’erosione fluviale, il territorio, il castello e la Rocca di Vignola.
Tra il 1691 e il 1745 Vignola e la sua Rocca sono sede di acquartieramenti di truppe straniere, che danneggiano il fortilizio. Intorno al 1743 iniziano i lavori di restauro della Rocca.
Con l’arrivo dei Francesi il governo feudale viene abolito, i beni della famiglia Boncompagni Ludovisi, inclusa la Rocca, vengono confiscati. La nobile famiglia rientrerà in possesso dell’edificio solo dopo diversi anni.
Nel 1859 Giuseppe Garibaldi e il vignolese Francesco Selmi (1817-1881) sono a Vignola e guidano l’insurrezione contro il potere austro-estense. Selmi è uno dei principali artefici dell’Unità d’Italia.
La Rocca di Vignola ospita la neonata Cassa di Risparmio.
Le sale della Rocca vengono affittate al Municipio di Vignola.
Bodo Ebhardt, architetto dell’imperatore di Germania, compie alcuni rilievi della Rocca che verranno inseriti nella sua importante pubblicazione sui castelli italiani, commissionata dal sovrano.
La Rocca di Vignola viene inserita nell’elenco degli edifici monumentali italiani.
Vengono scoperti gli affreschi che ornano le sale e la Cappella della Rocca, hanno inizio i primi restauri.
Alcuni locali della Rocca venono affittati al Ministero di Grazia e Giustizia per ospitare la Pretura di Vignola.
Durante la prima guerra mondiale e l’immediato dopoguerra la Rocca ospita le truppe e le famiglie senza tetto.
Nella Rocca vengono reclusi prima i partigiani, poi i gerarchi fascisti.
La Cassa di Risparmio di Vignola acquisisce la proprietà della Rocca.
La Fondazione di Vignola diventa proprietaria della Rocca. Oggi per statuto cura la sua migliore gestione e valorizzazione.